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Collana NARRATIVA CONTEMPORANEA - 2005

Paolo Centenari

Lo strato d'acqua

“Tu, cosa vorresti diventare?”
Il bambino abbassò lo sguardo, s’infilò le mani in tasca e rispose: “Vorrei diventare felice”.
Nonostante avesse parlato a bassa voce, sembrò che tutti gli invitati a quella festa l’avessero sentito rispondere e si avvicinarono e formarono un cerchio e i loro corpi si piegarono in avanti, mentre con gli occhi lo indagavano incuriositi e c’era chi sorrideva e chi aspettava a bocca aperta di sentire ancora qualcosa.
L’uomo grasso e sudato si guardò in giro compiaciuto: “Intendevo dire cosa vorresti fare quando sarai adulto...”
“L’uomo felice” ribadì il bambino.
“E adesso, non sei felice?”
“Lo sono. Ma adesso sono un bambino. Mia madre afferma che è difficile esserlo quando si è adulti”.
Una giovane donna si fece avanti, si chinò su di lui: “Conosci qualcuno che sia felice?”
“Mio padre”.

pp. 182 - 10,00 EURO

Paolo Centenari nasce a Soave il 18.12.1946. Vive e lavora a Verona. Sposato, ha una figlia.
Dirigente d’azienda è laureato in Economia e Commercio. Dal 1970 al 2001 ha svolto la sua attività professionale in una grande azienda multinazionale in Verona. Dal 2002, dedicando ad essa una piccola parte del suo tempo, unisce all’opera di scrittore una attività di volontariato professionale nei confronti del settore non profit. Ama la musica, suona pianoforte e chitarra, dipinge con grande discontinuità. Ha una passione travolgente per la bicicletta su strada: è facile incontrarlo, piegato dalla fatica, mentre pedala sulle colline della Valpolicella o dei monti Lessini dove, parlando di una emozione da altri descritta, ha la sensazione di “scivolare sulla spina dorsale del mondo”.
Nell’aprile del 2003 ha pubblicato per le Edizioni Tracce Storie d’animali.

L’autore possiede le magie e gli incantamenti dei grandi narratori che sanno affascinare ed irretire e che non ti stancheresti mai di stare ad ascoltare e vorresti che il racconto non finisse mai.
Il racconto, espresso con squisita naturalezza e vivida precisione concettuale, narra una progressiva discesa agli inferi che priva a poco a poco il protagonista, nel ritmo incalzante della narrazione, dei legami, degli amori e degli affetti familiari, ne descrive l’inquietudine devastante causata dal rimorso per una colpa consumata nella realtà o nella zona d’ombra dell’anima. Un racconto nitido, preciso sulla insignificanza del nostro agire dei nostri programmi e propositi, sulla impossibilità di essere diversi e meritare un destino migliore.

Prefazione di Carlo Lucarelli

Luigi Calcerano

Per uccidere Cecilia

Del resto per una storia che non era mai cominciata s'erano detti addio fin troppe volte.
Cecilia guardò il calendario sopra l'enorme scrivania dove l'avevano sistemata, in una stanza che appena la conteneva. Settembre 1983.
Dieci giorni che era tornata. Si allontanò dal telefono, guardò verso la finestra. Quando sentì lo squillo sobbalzò, anche se poteva essere chiunque.
“Pronto.” Poteva essere anche lui. “Pronto!” ripeté. Qualcuno dall'altra parte non rispondeva. Era lui.
Cecilia rimase a lungo col ricevitore in mano accettando la situazione. Era incerto se parlare o no, oppure voleva solo sentire la sua voce. Anzi, voleva che lei sapesse che era incerto se parlarle o no, o che aveva telefonato solo per sentire la sua voce, senza farsi riconoscere. Tortuoso.


pp. 334 - 15,00 EURO

Luigi Calcerano è nato a Roma nel 1949. Dirigente del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, è studioso di diritto (coautore, con G.Martinez della voce Scuola dell'Enciclopedia del diritto, Giuffré) e di pedagogia (coautore, con F. Casolo, di Istituzioni di educazione motoria e sportiva, La Scuola). Nell’ambito della fiction, assieme a G.Fiori ha pubblicato: L’uomo di vetro (1985, Roma, Il Ventaglio), L’innocenza del serpente (1987, Roma, Il Ventaglio), (tradotto in russo col titolo Kto je ti, Iuda?, per la Galart di Mosca), ...

Ho conosciuto il collega giallista Luigi Calcerano quando facevamo tutti e due parte della giuria del Premio nazionale Il Giallo a scuola del comune di Ferrara.
La giuria era presieduta dal Professor Petronio, c’erano all’interno tanti scrittori di gialli, ma alla fine il lavoro più pesante toccò a noi, i più giovani.
Già a quei tempi mi aveva accennato all’idea che sta alla base di “Per uccidere Cecilia”.
Ci incontrammo ancora varie volte al Mystfest di Cattolica e lavorammo insieme qualche tempo al progetto di ipertesto giallo “Agatha”, una sua idea che avrebbe dovuto coinvolgere, oltre alla “coppia” Calcerano & Fiori, Eraldo Baldini, Marcello Fois, Danila Comastri Montanari e, ovviamente, Loriano Macchiavelli...

Carlo Lucarelli

Fabio Storelli

Bellabelinda!

“E poi facevate dei giretti in macchina qui intorno, chessò: un salto al mare, una gita a Bologna... Insomma: come usavate la macchina?”
“No, no, nessun giretto, nessuna gita: noi usavamo la macchina solo per andare in campagna a comprare cose da mangiare. Solo per quello.”
“La macchina quindi la usavate voi due, voi e vostra sorella...?”
“Anche mio fratello, usava la macchina, in fondo poi era sua!”
“In campagna andavate invece sempre voi e vostra sorella?”
“Siamo andate molte volte insieme nelle campagne a comprare cibo, un paio di volte Belinda non volle venire ed io allora ci sono stata con la signora Perrotto, ma solo un paio di volte quando avevamo le patate, ecco...”

pp. 304 - 13,50 EURO

Fabio Storelli nasce a Roma il 20.3.1937. Sposato. Dal ’99 vive a Trento. Giornalista pubblicista (Fiera Letteraria, La Discussione, Realtà del Mezzogiorno, Stilb, ecc.). Laureato a Roma in Giurisprudenza. Docente di Italiano e Storia presso il Liceo Internazionale di Roma. Assistente di Lingua e Letteratura Francese presso la Facoltà di Magistero di Roma dal 1961 al 1967.
Come scrittore, accanto ai romanzi a tutt’oggi inediti (I corni di Giano, La Mara a tre code, L’Irene in braghe di tela), ha pubblicato racconti su la Fiera Letteraria, Poesie su Stilb e su Pagine segrete, prove d’autore su Botteghe Oscure, e la raccolta di poesie: Res nullius.

Di Fabio Storelli, romano di nascita ed accidentalmente trentino, se aveste buona memoria dovreste ricordarne l'attività ideativa come fecondo autore di drammi e commedie che hanno girato l'Italia e come "mitico" uomo di programmi televisivi. Mitico soprattutto in quanto collegato con la RAI di tanti anni fa, quella grande e bella di Bernabei.
In questa BELLABELINDA! Storelli si propone [...] come funambolico, divertente e beffardo narratore. Gli eventi che racconta sono tutti spettacolari, ma anche del tutto inventati, descritti in una forma che è molto vicina alla realtà storica, dalla quale si differiscono per un qualche minimo segno marginale.
Innanzitutto c’è un delitto, uno strano delitto, e quindi c’è una indagine poliziesca

Ilario Felbost

Giovanni Tenca

Le sorelle Pesavento

Era una serataccia quella del 26 gennaio 1970: una fitta nebbia calò sulla regione sin dal primo pomeriggio, mentre il freddo, man mano che passavano le ore, diventava sempre più intenso, sino a congelare le minuscole goccioline che cadevano imbiancando il suolo, i rami delle piante e ogni altra cosa esposta all’esterno.
Oreste Frittura, sindaco di Trepidante per volontà di Dio e degli elettori, lasciò la propria abitazione per raggiungere la canonica, fingendo di esserne contento, ma non lo era per niente! Di andare a giocare a carte col Curato non rientrava nelle sue più gioconde aspirazioni; preferiva di gran lunga trascorrere la serata con gli amici… Poi, come spesso accadeva, un bicchiere tirava l’altro… e il canale gonfio e gorgogliante, era sempre lì in agguato, pronto ad accoglierlo.

pp. 150 - ..... EURO

Giovanni Tenca è nato a Vasto di Goito (Mantova) l’8 gennaio del 1932; veronese di adozione dal 1963, ha fatto studi di agraria.
Ha pubblicato i seguenti romanzi: Il curato di Florimonte, Spinea 1988, L’allegro orfanello, Milano 1994 (finalista del Premio Bancarellino di Pontremoli), Giorgio di Ripafiorita, Milano 1996, Le castagne di don Paolo, Milano 1996, Le sorelle Pesavento, Bonaccorso Editore, Verona 2005.

Francesca de' Manzoni Boschini

Il sole sulle pietre

Era così e così piaceva a chi lo conosceva e lo stimava per le belle qualità di mente e di cuore. Annamaria, nel rivivere le memorie del suo cammino aveva ben compreso che si può continuare ad essere dono anche per chi non c’è più, che si possono ancora riempire di affetti certi “buchi” causati da fretta, incomprensioni del momento, vicende pronte a scompigliare tutto. Non si ha mai finito di dare e di mettere le cose al giusto posto. Una vita “altra”? Ogni vita, quella di ogni giorno, può diventare “altra” se si sa colorarla, darle fiamma e goderne – non fosse altro che nella memoria – anche quei lati, quegli aspetti che possono sembrare insignificanti. Ogni affetto ci arricchisce, pensava la signora, e ci permette di essere migliori con chi ci vive, o ci passa, accanto.

pp. 150 - 10,00 EURO

Francesca de’ Manzoni Boschini vive a Verona da oltre 30 anni e qui ha concluso la sua lunga carriera di insegnante. Nata a Bologna nel 1920 da padre cadorino e da madre meridionale, è vissuta in sedi diverse; i soggiorni più prolungati riguardano il Friuli, la Romagna (dove si è sposata e ha avuto quattro figli) e il Veneto. Ottenuto il diploma magistrale a Venezia, si è poi laureata in lettere all’Università di Firenze. Ha vissuto come vocazione famiglia e scuola.

Angela Azzoni

La buccia dell'anima

“Vieni, dai! Forza, altrimenti facciamo tardi e magari ci chiudono fuori!”.
Luca lo sapeva quanto Anna ci tenesse a quella serata, ad arrivare in orario e soprattutto ad essere al meglio di se stessa; il suo trucco si poteva definire impeccabile, grazie anche all’aiuto di quei cento euro spesi poco prima dall’estetista, ed Anna ora era veramente splendida.

pp. 159 - 10,00 EURO

Angela Azzoni Sutto, nata a Mantova nel 1966, vive per molti anni a Varese e si laurea in lingue e letterature straniere a Milano. Nel 2001 si trasferisce in Francia con il marito e i due figli.
Rientrata in Italia nel 2003, vive nelle vicinanze di Modena dove continua a svolgere la sua attività di insegnante.
Crede che nella vita sia importante provare esperienze diverse ed è così che è nata questa opera prima.

Carlotta Zavattiero

Alessandro
il Macedone

Ripenso alla mia attuale condizione: persino la morte non è riuscita a distruggermi. Sono solo stato privato del mio corpo. Per il resto esisto ancora. La mia vita affascina e incanta ancora oggi. Non morirò mai. Ora sono spirito, tutti gli orizzonti e le dimensioni mi appartengono. Volo anche nella musica.
Mio padre era preoccupato per la mia mancanza del senso del limite. E aveva ragione. Il destino di Alessandro è di non avere limiti e di essere immortale.

pp. 184 - 10,00 EURO

Carlotta Zavattiero è nata a Padova il 26 febbraio 1973. A Verona si diploma al liceo classico S. Maffei. Ha vissuto a Ferrara (dove si è laureata in Lettere Classiche) e a Londra. Attualmente vive e lavora a Verona. Si occupa di giornalismo, studia Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’Università di Padova.

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