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Collana NARRATIVA CONTEMPORANEA - 2008

Prefazione del
Rev. Calogero Morgante

Stefano Milioto

La riparazione


...“Papà, perché ti tormenti? Io sono serena, paziente…
“Per me è difficile…
“Ricorda Giobbe…
“Giobbe era Giobbe…
“Quante ne ha passate! Eppure non peccò e non disse nulla di stolto contro Dio. Rassegnato diceva: - il Signore ha dato, il Signore ha tolto: sia benedetto il nome del Signore… - E io con lui… O è forse la mia presenza? Sarebbe meglio per te non vedermi, la mia presenza ti fa male. Voglio tornare alla Casa della Speranza...

pp. 159 - 12,50 euro

Stefano Milioto è nato a S. Elisabetta (Ag) il 15/08/1943, è consigliere delegato del Centro Nazionale di Studi Pirandelliani di Agrigento. Oltre a diversi saggi sull’opera pirandelliana presenti negli Atti degli annuali Convegni Internazionali di Studi Pirandelliani e in riviste varie, ha pubblicato:
per l’Editore La Rosa, il volume Pirandello, il Caos, PA, 1995;
per Manni Editore, Lauretta - saggista e narratore -, Lecce, maggio 2001;
per le Edizioni del Centro, I giorni dell’impegno, in onore di Enzo Lauretta, Agrigento, ottobre 2003.
È narratore (La torre del Checco, Heliopsis scabra, Racconti di Cometa, Mounir - Premio III Biennale delle Isole Baleari-Corsica-Sardegna-Sicilia, racconto, trad. in corso e francese, in “Des nouvelles d’Imedoc, Isule literarie”, Albiana-CCU 2002 -, Vita di Augie, Maria e altre donne (racconti) nella Collana Narrativa Bonaccorso Editore di Verona);
Drammaturgo (Un club nell’Aldilà, pubblicato in Prima Fila; Perduti amori, pubblicato in Prima Fila e rappresentato; L’atroce notte, pubblicato in Prima Fila e nella Collana di Teatro d’oggi e di ieri dell’Editore Bonaccorso e rappresentato). Due commedie Eremo e Salomè hanno avuto menzioni speciali in importanti premi teatrali nazionali;
Sceneggiatore cinematografico (La sposa era bellissima, I salmoni del San Lorenzo, Maddalena).
Ha ricevuto premi e riconoscimenti per la saggistica, la narrativa e il cinema.

Che i figli scontino le colpe dei padri è una convinzione sotterraneamente diffusa nella gente, almeno in alcune frange, un sentimento inconscio persistente, duro a morire; un motivo biblico tenace nonostante duemila anni di Cristianesimo. Forse nei momenti ineluttabili di eventi negativi inspiegabili emerge come risposta agli interrogativi che inevitabilmente sorgono in una esperienza di accadimenti contrari e funesti. Perché a me e non ad altri? A me, che ho fatto solo del bene? Oppure: a me, che sono timorato di Dio? O forse non sto scontando una pena per colpe che non ho? È questo l’arrovello del protagonista di questo romanzo che infine arriverà a una soluzione. Convinto di star pagando a causa di un’eredità delittuosa lasciatagli dal padre mafioso, pensa di poter pareggiare i conti soltanto con una riparazione (da qui il titolo La riparazione), alienando in favore dei poveri la ricchezza proditoriamente acquisita. Conti che, però, non gli tornano quando cerca di spiegarsi il perché del male nel mondo e della sofferenza che sperimenta in prima persona tramite le figlia colpita da una malattia inguaribile...

Rev. Calogero Morgante

Prefazione di
Giuseppe Fiori

Guglielmo e Luigi Calcerano

Il ritorno di Quagliarello


...Laura mi passava a prendere alle sette. La prima volta che uscivo di nuovo la sera dopo il giorno della sparatoria. Ormai era passata quasi una settimana e l’attentatore non s’era più fatto vivo, anche perché la ricerca, su indicazione della polizia, era stata saggiamente sospesa a tempo indeterminato.
Mentre aprivo il portone guardai in giro con circospezione. Solo una coppietta e il signor De Carlo che portava a spasso il cane.
Uscire la sera con Laura, comunque, rappresentava sempre un problema. Prima di tutto finanziario...

pp. 305 - 14,50 euro

Luigi e Guglielmo Calcerano vivono e lavorano a Roma.
Luigi (Roma, 25 luglio 1949) è dirigente del Ministero della Pubblica Istruzione e ha pubblicato vari libri. Da solo: Per uccidere Cecilia (2005, Bonaccorso) con prefazione di Carlo Lucarelli, e Meminisse iuvabit, una storia del 23 a.C. (2005, Valorescuola). In coppia con Giuseppe Fiori: Una nuova avventura di Sherlock Holmes (1994, Archimede); Filippo e Marlowe indagano, con prefazione di Vincenzo Cerami (1996, Valorescuola); Una storia di spie (1998, La Nuova Italia); Uomo di vetro, uomo di piombo (2002, Valorescuola); Delitti indelicati (2003, Manni); Ladri e guardie (2007, Editori Riuniti); Un delitto elementare (2008, Sovera). Con l’altro figlio Filippo: Gratta e fiuta (1999, Mondadori) e Il giovane hacker e la piccola strega (2005, Principato).
Guglielmo (Roma, 3 febbraio 1977), avvocato con l’hobby del teatro, è al suo primo romanzo.

... il fatto che Il ritorno di Quagliariello sia stato scritto da una coppia di mani parentali, intriga il lettore a una maggiore attenzione al sottotesto. A individuare i fili del tessuto di una trama in cui sono presenti i motivi autobiografici del rapporto tra padre e figlio che s’intrecciano con i fili enigmatici tipici del giallo...

Giuseppe Fiori

Prefazione di
Giuliana Cutore

Francesco Baldassi

Il ritorno


È trascorso mezzo secolo da quando, ragazzetto poco più che undicenne, Donato ritornò con i suoi a Roma. Mezzo secolo tondo, dopo esserne partiti otto anni prima, ‘sfollati’ a motivo della guerra, andandosi a stabilire nel paese di origine e di nascita di suo padre.
Così ieri - dopo aver sostato un poco presso la tomba paterna, per una rapida visita - egli andava considerando quei lontani eventi e tutto il tempo trascorso nel suo paese d’adozione.
Oscillava nel pensiero tra la percezione del presente e la rievocazione del passato, tra i ricordi di luoghi ed avvenimenti e la loro apparizione concreta, tra il sentimento delle giovanili amicizie, l’angoscia dell’ineluttabilità del tempo e la speranza del ricupero reale dell’esistenza perduta..

pp. 343 - 16,00 euro

Francesco Baldassi, classe ’38, è nato a Roma dove risiede e ha svolto la propria professione di insegnante.
Attualmente la condizione di pensionato gli permette una intensa attività di riflessione scritta - oltre alla pratica della poesia, i cui inizi risalgono verso la fine degli anni Cinquanta.
Ha avuto esperienze in ambito religioso e un certo coinvolgimento nell’ideologia marxista, che ha abbracciato per più decenni.
Nel presente si interessa massimamente della propria testimonianza della fede, attraverso la creazione poetica e la riflessione scritta.
Ha pubblicato le seguenti sillogi poetiche:
Ceneri del Cortile (Rebellato, 1969); Identificazioni e Ossessioni (Gabrieli, 1976); Questa luce indossata dalle nostre parole (Rebellato, 1983); Prova generale (Gabrieli, 1985); Stupore (Gabrieli, 2003); Il Volto e la Parola (Pigreco, 2004); L’uomo è la sua minaccia (Tabula fati, 2005); La forza della vita (Nicola Calabria, 2006); Amore coniugale (Tabula fati, 2006); Lieve il vento (Tabula fati, 2007); Maranathà (Nicola Calabria, 2007).
Ha conseguito numerosi premi e riconoscimenti, anche dalla critica specializzata.
Esordisce nel settore narrativa con la presente opera.

E non è un caso che Baldassi insista parecchio su un ascetismo di fondo, sull’esperienza del distacco interiore, sottolineandone non solo il valore di scelta di vita, ma anche e soprattutto di esigenza conoscitiva, di atteggiamento morale. Si inserisce qui l’ultimo, ma non il meno importante, dei motivi che rendono assolutamente coinvolgente questo romanzo: l’anelito profondo e incessante ad un’autenticità di vita che solo la religione, intesa nel senso più pienamente francescano del termine, può esaudire..

Giuliana Cutore

Prefazione di
Marco Ongaro

Maria Giovanna Abruzzo * Carlo Alfonsi * Antonio De Marines * Enrico Martini * Matteo Merlin * Lucilla Tomasi * Daniele Toniolo * Massimo Ussi * Elisabetta Vanzo

Il Coso
e altri racconti

.

pp. 115 - 12,00 euro

Il maestro insegna e impara dagli allievi. Cos'ho imparato esattamente? Un "coso": il premio dell'imprecisione e dell'indefinitezza, l'incanto dell'altrui volontà in qualche modo, impreciso e indefinito, stimolata dalla mia. La conferma dell'idea con cui mi ero seduto a quel tavolo: dare tutto quello che possedevo, trasmettere la passione e vedere "cosa" ciascuno ne avrebbe tratto.
Il Coso e altri racconti è il risultato del miracolo quotidiano dell'incontro, dello scambio, dell'interazione delle idee e dei gusti. È speranza per il futuro, incoraggiante varietà, respiro dell'intelligenza.
Qualcuno forse ha cercato un passatempo e si è ritrovato nel gruppo più intimo che si possa costituire, quello di una società segreta fondata sulla scrittura, sulla costruzione del racconto, sull'invenzione dell'ispirazione. Abbiamo fatto esercizi e continuiamo a farne anche adesso che il libro è realtà.

Marco Ongaro

Prefazione di
Umberto Smaila

Alberto Fezzi

Fino alle lacrime

Fede, Giò, Frank e Giorgione sono quattro amici, e questa è la loro storia: il periodo del liceo, con tutti gli aneddoti e i fatti indimenticabili che caratterizzano quel momento, e poi le scelte e le strade che ciascuno ha preso una volta finita la scuola.
Dopo il grande successo di "Sognando un Negroni" e "Io ballo da solo (però mi guardo intorno)", Alberto Fezzi torna con uno spaccato della vita e dei pensieri della generazione degli attuali trentenni: parla di amicizie, aspettative, ricordi, amori, speranze, frustrazioni, il tutto con il suo stile ironico, a volte dissacrante, a volte più riflessivo. Fezzi fotografa una generazione in sospeso tra felicità e tristezza: in tutti e due i casi, comunque, fino alle lacrime.

pp. 195 - 12,00 euro

Alberto Fezzi è nato nel 1977 a Verona, dove vive e lavora.
Le sue passioni, oltre alla scrittura, sono il cinema, la musica (è anche autore di testi musicali), i viaggi e la briscola.
Questo è il suo terzo libro.
Il primo, “Sognando un Negroni” (Bonaccorso Editore, 2004), è stato un grande successo a Verona, oltre che un vero e proprio caso letterario, per come ha saputo descrivere i giovani veronesi ed i giovani in generale.
Il secondo libro, “Io ballo da solo (però mi guardo intorno)” (Bonaccorso Editore, 2006), ha affrontato in modo ironico e romantico il rapporto uomo-donna e ha bissato il successo del primo libro, ricevendo varie attenzioni anche fuori Verona.

Pochi libri mi hanno fatto ridere tanto quanto quelli di Alberto Fezzi, di cui sono diventato sincero amico e ammiratore.
La sua malcelata anarchia, la sua coprofilìa dilagante, che tuttavia non suona mai volgare, la sua cattiveria nel descrivere i "tic" della provincia borghese e in generale delle nuove precarie generazioni, vittime della globalizzazione, costituiscono la cifra precisa e l'indiscussa originalità di questo "genietto" veronese.

Umberto Smaila

Anna Bellini

Il colore dei nomi

Lena si divincolò scalciando nell’aria. Non voleva, non voleva assolutamente.
Cercò di urlare con quanto più fiato aveva ma nessun suono uscì dalla sua bocca.
In un ultimo disperato tentativo si aggrappò con tutte le sue forze all’oggetto che la teneva prigioniera sperando di poterlo in qualche modo spezzare, ma fu inutile, la plastica resisteva.
Si calmò per qualche istante per permettersi di ragionare perché, si disse, solo ragionando avrebbe potuto trovare una qualche via di uscita. Contemporaneamente cercò di ricacciare indietro le lacrime: cavolo, quelle non ci volevano proprio!
Le parve che la morsa si stesse allentando e provò a dare quattro calci nell’aria per vedere se liberarsi era ora più facile. Niente da fare, tutto come prima, era prigioniera più che mai.
Cosa aveva fatto di male? Lei non aveva mai dato fastidio a nessuno e allora perché qualcuno ce l’aveva con lei? Perché avevano deciso di tenerla attaccata ad una penna Bic?
...

pp. 177 - 13,00 euro

Anna Bellini è nata a Verona nel 1954, dove vive con un compagno, due figli e due cani.
Da quasi trent’anni esercita la professione medica e attualmente è impegnata sul territorio come medico di famiglia.
Per vent’anni si è occupata di teatro recitando in Italia e all’estero dalle commedie classiche al cabaret.
Da una decina d’anni la pittura ha sostituito il teatro ed è una stimata pittrice che espone sia in Italia (Verona, Firenze, Milano, Roma, Torino, Ferrara) che all’estero (Parigi, Bruxelles e Hong Kong).
Scrive libri per ragazzi, adottati nelle scuole elementari e medie come testi di narrativa.

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