Bonaccorso Editore |
Prefazione di Giulio Galetto |
Arnaldo Ederle Padre.
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Arnaldo Ederle, poeta, critico e traduttore, è nato a Verona nel 1936 dove vive. Ha seguito studi linguistici e musicali. Ha pubblicato: Le pietre pelose ben osservate (Verona, Ferrari, 1965), Racconti (Verona, Il Nuovo Adige, 1974-78), Vocativi e querele (Milano, Il Trifoglio, 1981), Partitura (Guanda, Poesia 3, 1981), Il fiore dOfelia (Milano, Società di Poesia-Bertani Ed., 1984), La chiesa di Santa Anastasia (Verona, Office Automation, 1992), Contre-chant (Mondadori, Almanacco dello Specchio n.14, 1993), Paradiso (Udine, Campanotto, 1993), Cognizioni affettive (Roma, Empirìa, 2001). Del 1995 è il libro di racconti Il caso Tramonto (Udine, Campanotto). Oltre ad aver tradotto da G.dAquitania, J.Clare, S.J.Perse, M.Maeterlinck, ha curato e tradotto per Guanda due libri di prosa: Ombre italiane di Vernon Lee (Biblioteca della Fenice, 1988) e Amanti assassinati da una pernice di F.García Lorca (Quaderni della Fenice, 1993). Scrive per LArena, Il giornale di Vicenza e Bresciaoggi. Ho sentito più volte Ederle sostenere appassionatamente che lenergia della poesia si esprime nella sua dimensione più piena e autentica quando essa è voce, quando passa dalla condizione in qualche modo virtuale o latente della parola stampata sulla pagina allattualità viva della dizione o meglio per sottolineare lanalogia con ciò che è proprio della musica della esecuzione. E più volte lho ascoltato recitare, anzi, appunto, eseguire versi suoi o daltri e mi pareva davvero che la voce, con frenata ma non dissimulata tensione, cercasse e trovasse quella specie di valore aggiunto che si materializza nel passaggio dalla lettura muta alla phonè dispiegata. Giulio Galetto |
Prefazione di |
Piero Piazzola Le basse le me stòfega.
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Piero Piazzola è nato a Campofontana (Selva di Progno) il 27 marzo 1924 dove ha frequentato le classi elementari. A Verona, presso lIstituto Don Bosco, ha conseguito il diploma ginnasiale e a Pordenone (Udine), nel 1941, la maturità classica a pieni voti. Dallaprile 1944 al giugno 1945, ha militato tra le file partigiane della Brigata Stella (Divisione Garemi) che operò nellalta Valle del Chiampo, meritandosi il riconoscimento della Croce al Merito di Guerra. Nellimmediato dopoguerra si è iscritto allUniversità di Genova, poi, invece, si è indirizzato allinsegnamento e ha conseguito la maturità magistrale presso lIstituto Carlo Montanari di Verona. Da tutta la sua opera emerge costantemente una fede cristallina e sentita. La profondità dei contenuti, la capacità di penetrazione poetica, la sensibilità con cui entra nell'animo della persona, specie se fuori dagli schemi comuni, la purezza e la precisione del linguaggio conferiscono una nota di preziosità culturale nel mondo poetico dialettale attuale e, ci si augura, momenti e spazi di diffusione più ampi del nostro. Non ha, infatti, mai pubblicato e i pieghevoli augurali con i suoi componimenti si diffondono, a nostro avviso, in ambiti troppo ristretti. Mirka Bertolaso Nalin |
Prefazione di Ferdinando Camon |
Alessandra Galetto Mi sono alzata da tavola
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Alessandra Galetto è nata il 4/2/1970 a Verona, dove vive e lavora come pubblicista. Ha seguito gli studi classici, laureandosi in Lettere a Padova con una tesi su Umberto Saba, tesi che ha ottenuto nel 1994 il Premio Montale e il Premio Calliope. Ha pubblicato saggi letterari in riviste come Studi Novecenteschi e Il Cristallo. Collabora da anni al quotidiano LArena e ha pubblicato anche su periodici veronesi e nazionali. Dal mese di gennaio del 2004 è stata chiamata a dirigere un nuovo mensile veronese, Carnet Verona, che presenta ampie rassegne dellofferta culturale del mese nella nostra città. L'autrice di queste poesie ha ragione: quel che hai davanti a te, quando ti svegli, quando t'aggiri in un Super Mercato, quando lavori, quando apri il frigo, quando traslochi, quando guardi fuori dalla finestra, quando volti la pagina del calendario, quando arriva il solstizio, è stupefacente. La poesia non va cercata in qualche sopramondo: ma qui, nel quotidiano. Se non la vedi, è perché vedi male. Guarda meglio. Per le stesse ragioni, la lingua della poesia non dev'essere una super-lingua, tecnica o astratta, una lingua a parte, che può circolare fra l'autore la rivista la cattedra l'istituto il lettore, ma la lingua quotidiana, di tutti, di tutte le cose, di tutti i sentimenti. Quel che Alessandra Galetto vuole comunicare è l'eccezionalità del quotidiano.... Ferdinando Camon |
Prefazione di Walter Nesti |
Francesco Belluomini La funebre orazione di Moravia
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Francesco Belluomini è nato a Viareggio nel 1941. Fondatore e Presidente del Premio Letterario Camaiore, ha pubblicato diverse raccolte di versi, tra le quali Laltro io (1976), Già dellequivoco (1978), Giorni miei, la storia già scritta (1979), I racconti dellanima (1982), Il melomalessere (1985), Tartine e/o quartine (1990), Nudità degli eletti (1993), Oscillazioni del pendolo (Campanotto, 2003); ha inoltre firmato il romanzo Le ceneri rimosse (Newton Compton, 1989) e il romanzo in versi Sul secco di quellerba (Pagine, 2002). Le distanze, per un uomo come Belluomini che è nato a Viareggio e ha solcato i mari, rappresentano un termine di raffronto importante per misurarsi con le proprie forze, le proprie capacità fisiche ma anche emotive, per stabilire il termine di paragone che lo separa dalle cose e dagli uomini, così come si vorrebbe coprire lo spazio da un punto fisico ad un altro, sia terrestre, aereo, marittimo. Quello marittimo, soprattutto, gli è più congeniale; perché lo pone solo fra lui e laltro punto con lacqua nel mezzo. Non ci sono intermediari, non ci sono pietre miliari ad indicare il cammino, soltanto una bussola forse ma che, in determinate circostanze, la violenza della tempesta può mandare in tilt. Walter Nesti |
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