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Collana TASCHINABILI - 2004

Prefazione di Emma Cerpelloni

Silveria Gonzato Passarelli

Te la conto in versi

Me ricordo le tò malinconìe;
adesso, mama, i è anca le mie.
Te parlavi de problemi, de pensieri,
me inacòrso che ancó l’è come ieri.

Adèsso che anca mi són mama,
adesso che du fiói così i me ciàma,
“Grassie” te digo par el tó tribular,
che a altri giorni el me fà pensar.

Me ricordo de tanti àni fa,
de quando con ti gh’éra el papà,
de quando i problemi in du dividéi
e adesso che te sì sola te gh’è anca i méi.


pp. 102 - 5,00 EURO

Silveria Gonzato, cinquantasettenne, veronese di nascita; si è laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Verona ed è specializzata per l’insegnamento agli alunni diversamente abili. È poetessa e autrice di commedie dialettali in versi e in prosa.
Sono state pubblicate: “La comèdia del domila” e “Quel mato de Orlando” (Bonaccorso Editore)
Di prossima pubblicazione sono “I Promessi spaìsi” (Bonaccorso Editore)
Ha scritto anche commedie in prosa: “Don Lumin”, “Krapfen e dentiere”, “Ale e çercoli”, “Menego Tacàgno”, “La cavala del Gonela”, “Un fil de rosséto”, “Parenti serpenti”, “L’australiana”.

“Io metto una lente/ davanti al mio cuore/ per farlo vedere alla gente. Chi sono?/ Il saltimbanco dell’anima mia”: prendiamo a prestito dal poeta Aldo Palazzeschi la miglior presentazione di Te la conto in versi. Questo volumetto è il frutto di una scoppiettante e fantasiosa vena poetico-narrativa in dialetto, quella di Silveria Gonzato, che non ha eguali nel panorama della letteratura contemporanea, non solo veronese. Te la conto in versi è un titolo veramente ben scelto perché Silveria Gonzato ha sempre qualcosa da raccontare, da narrare, da descrivere, ma ciò che colpisce stavolta è che questa sua raccolta presenta due facce che diventano due tempi, due stati d’animo, due mondi, due registri stilistici: l’umorismo, con cui descrive il presente, con le donne dalla parrucchiera (“E intanto le léngue/le se méte in funsión/ con sbàtole, critiche/ e qualche opinión”)...

Emma Cerpelloni

Prefazione di Mariateresa Ferrari

Francesca Bellamòli

Frammenti di stelle

...La sua mano era ormai sulla maniglia della porta. Fece un respiro profondo e la aprì.
Camminò per i corridoi vuoti e lunghi, i suoi passi che riecheggiavano nell’edificio, che la precedevano e la seguivano, perforando il silenzio, ripetendosi in echi ritmati, angoscianti. Il nodo in gola si era ingrandito: alla paura di restare nuovamente delusa, di veder infrangere nuovamente il castello di sogni che con fatica aveva ricostruito, si univa il timore di venire ingannata, la paura di quell’individuo misterioso. Conosceva il suo nome, ma questo bastava?
Eppure il suo cuore le diceva che Darjahl non l’avrebbe delusa....


pp. 96 - 5,00 EURO

Francesca Bellamòli è nata a Verona il 7 Ottobre 1987.
Scrive questo racconto a 16 anni presentandolo al “Campiello Giovani”.
Studia presso il Liceo Scientifico A. Messedaglia.
Ama moltissimo leggere e arrampicare su roccia.

Il tuo racconto mi ha fatto riflettere sulla condizione in cui viviamo. È una rete che avvolge tutti, chi più chi meno, e condiziona e avvinghia la vita di ognuno.
Taluni si adattano volentieri, come l’uccellino in gabbia, dove tutto è assicurato… ma gli è preclusa la possibilità di volare libero.
Altri tentano di uscire dalla gabbia perché sentono il desiderio di vivere pienamente, ma non hanno la forza e il coraggio di volare liberi nel vento, di trovarsi il cibo, di difendersi dai predatori… e preferiscono tornare nella loro gabbia dorata...

Daniele Galvan

Prefazione di
Sebastiano Saglimbeni

Silvio Pozzani

20 Sonetti di Mavilis

INVANO
Ti piacquero i miei sonetti e piano
Piano compatisti anche me,
E mi donasti, begli occhi, con
Un bacio, il grande tuo cuore.
Chi spezzò lo scarlatto fiore di vetro,
Ed io invece di sangue acqua osservo sparsa,
E i fiori dell’amore appassiti?
Aveva il mare di dolcezza alone?
Miseramente si cela uno sgraziato libro
Coperto di polvere, vecchio, nell’ultimo scaffale;
Lo leggesti un giorno su di una nave
E non ben ricordi neppure che cosa vi sta scritto;
Ma una goccia della vita tua ha sorbito
E ancora non gettarlo via, no.
Lorenzo Mavilis


pp. 74 - 5,00 EURO

I venti sonetti, nella puntigliosa e riguardosa attenzione di Pozzani, pure conoscitore della lingua neo-greca, si rivelano ora, tradotti con una resa linguistica fresca, come una nuova poesia, nella nostra lingua, atta a rigenerare, in qualche modo, il gusto di un dettato godibile nella sua varietà tematica.

Sebastiano Saglimbeni

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