Traduzione di
Giuseppe Panella
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Oscar Wilde
La ballata del carcere di Reading
...Non indossava la sua giubba rossa
Perché rossi sono il sangue e il vino,
E sangue e vino furono sulle sue mani
Quando fu trovato con la morta,
La povera donna morta che egli amava
E che aveva assassinato nel suo letto...
pp. 99 - 8,00 EURO
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Giuseppe Panella è nato a Benevento l8/3/1955. Si è laureato in Storia della Filosofia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa dove attualmente insegna. Si è occupato di filosofia politica e storia del pensiero politico (su questi temi ha pubblicato unedizione degli scritti di Robert Michels, Socialismo e fascismo (1925-1934), Milano, Giuffré, 1991), di teoria e storia dellestetica (ha curato la Lettera sugli spettacoli di Jean Jacques Rousseau per Aesthetica Edizioni di Palermo e Il paradosso sullattore di Denis Diderot per La Vita Felice di Milano; di particolare importanza il suo Elogio della lentezza. Etica ed estetica in Paul Valéry, in aa.vv. Paul Valéry e lestetica della poiesis, a cura di M. T. Giaveri, Aesthetica Preprints 23, Palermo, 1989).
I suoi interessi teorici si sono successivamente spostati sullo studio della nozione di Sublime dal legato longiniano classico ai suoi sviluppi otto-novecenteschi (su cui ha scritto, in collaborazione con F.Walter Lupi, un libro dal titolo Del Sublime, Frosinone, DismisuraTesti, 1992 e Il Sublime e la prosa. Nove proposte di analisi letteraria, Firenze, Clinamen, 2005). Più recentemente è passato ad occuparsi di teoria della letteratura e di filosofia del romanzo moderno (cfr. ledizione del romanzo Jcosameron di Giacomo Casanova, scelta e introduzione a cura di Giuseppe Panella, Milano, La Vita Felice, 2002) e i volumi monografici: Alberto Arbasino, Firenze, Cadmo, 2004, Lo scrittore nel tempo. Friedrich Dürrenmatt e la poetica della responsabilità umana, Chieti, Solfanelli, 2005, Il lascito Foucault (in collaborazione con Giovanni Spena), Firenze, Clinamen, 2006, Pier Paolo Pasolini. Il cinema come forma della narrazione, Firenze Clinamen, 2009, Émile Zola, scrittore sperimentale. Poetica della modernità, Chieti, Solfanelli, 2008. Ha tradotto, inoltre, in collaborazione con Massimo Sestili, Un dramma in Livonia, di Jules Verne, Matera, Altrimedia Edizioni, 2008.
Come poeta, ha pubblicato otto volumi di poesia, tra i quali Il terzo amante di Lucrezia Buti (Firenze, Polistampa, 2000) ha vinto il Fiorino doro del Premio Firenze dellanno successivo.
Ha inoltre realizzato in collaborazione con David Ballerini due documentari darte, La leggenda di Filippo Lippi, pittore a Prato (2000) (trasmesso su Rai2 lanno dopo) e Il giorno della fiera. Racconti e percorsi in provincia di Prato (2002).
Legge e si occupa di fantascienza da quando ha letà della ragione (sullargomento è autore di numerosi saggi e introduzioni).
Fisicamente assomiglia a Stanley Kubrick da vivo.
La ballata del carcere di Reading è probabilmente il capolavoro poetico di Oscar Wilde. Più noto come prosatore sarcastico e umoristico in chiave satirica (...) o come romanziere fantastico capace di giungere al limite dellallegoria socio-esistenziale (...) della sua poesia si parla assai di rado e soltanto come di un luogo di applicazione meno significativo della sua creatività di scrittore...
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Prefazione di
Alfredo Bonazzi
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Stefano De Minico
L'ultima zattera
poesie
...Nel primo giorno d'autunno
la sera mi è cara.
In un'immagine silenziosa
il tuo sguardo incontra
il mio pensiero...
pp. 93 - 8,00 EURO
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Stefano De Minico nasce a Bassano del Grappa l11/10/1973.
Conseguito il diploma al liceo scientifico si laurea a Bologna in giurisprudenza con tesi in diritto costituzionale.
Inizialmente ha lavorato per unagenzia assicuratrice, attualmente è impiegato presso la biblioteca civica di Bassano del Grappa.
Ha conseguito dopo la pratica forense il titolo per ottenere labilitazione allavvocatura presso il tribunale di Bassano.
Tra i suoi hobbies preferiti la lettura, la musica (pianoforte), la palestra, le passeggiate con gli amici.
Lultima zattera è la sua prima esperienza letteraria.
Il giovane Stefano non si è posto alcun problema di estetica, di metodologia, di struttura. Le liriche che pubblica e gli scorci di prosa sono da considerarsi vere confessioni, tappe della sua vita che identificano in lui il travaglio del mondo dei giovani, cresciuti controvoglia abbattendo barriere e pregiudizi
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Antonio Seracini
Piccole
poesie
Le pagine bianche saranno le mie strade,
quelle scritte il mio cammino...
... Mi è caduta la noia incontrandoti.
Ti chiamerò Poesia: motivazione di vita.
La mia...
... Si ha sempre fretta. Non è bene.
Si fugge da se stessi. E non ci si avvede che
così si anticipa la propria morte.
Questa furba morte che si è infilata nella vita.
È entrata dappertutto
pur concedendoti di vivere...
pp. 82 - 7,00 EURO
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Antonio Seracini è nato il 17 febbraio 1953 ad Antonimina (Reggio Calabria). Dal 1973 vive a Verona dove si è laureato in Materie Letterarie. Insegna geografia economica. Ha già dato alle stampe le seguenti opere di poesia: 38 appassiti petali di garofano rosso, Bonaccorso & C., Verona 1975; Attimi di un amore, Bonaccorso & C., Verona 1976; L'orto del poeta, Bonaccorso & C., Verona 1977; Zero, Bonaccorso & C., Verona 1978; Frattura, Bonaccorso & C., Verona 1980; Godere della vita, Bonaccorso & C., Verona 1984; Alessio e Karina, Edizioni Bresciane, Brescia 1986; Vento greco, Bonaccorso & C., Verona, 1992, Attimi di un amore IIa edizione, Bonaccorso Editore, Verona 2005. Ha inoltre pubblicato quattro libri di narrativa: Il taccuino di Alvise (racconto), Bonaccorso & C., Verona 1982; La bambolina e le virgole (racconti), Anabasi, Verona 1990; Il peccato (racconti), Serarcangeli Editore, Roma 1993; e infine Camera libertina (romanzo), Serarcangeli Editore, Roma 1997.
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Prefazione di
Silvia Casilli
Presentazione di
Andrea Cucchini
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Enrico Napoli
Latcho Drom
(Buon viaggio)
Non saprò mai rinunciare a questa cosa.
Il tuo guardarmi,
il tuo cercarmi,
il tuo aspettare le mie parole.
Non riuscirò a nascondermi per molto
alla tua luce...
pp. 186 - 6,00 EURO
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Enrico Napoli nato a Brescia nel 1969, dove lavora e risiede abitualmente, è poeta, scrittore e critico d'arte.
Laureato in Scenografia con indirizzo in Architettura del Paesaggio e Progettazione di Interni presso l'Accademia di Belle Arti L.a.b.a. di Brescia con una tesi sulla dimensione spazio temporale dell'architettura.
Enrico Napoli ha iniziato il proprio percorso creativo partendo dalla poesia per giungere poi all'architettura e al design. La sua formazione risente della cultura rinascimentale neoplatonica italiana, ma è da inquadrarsi all'interno del panorama internazionale dei confronti del quale Enrico Napoli si è più volte dichiarato, più che un artista o un poeta, un semplice appassionato di viaggi in treno.
I suoi primi racconti, fortemente influenzati dalla letteratura gotica di Meyerink, Poe e H.P. Lovercraft risalgono al 1987 ma è nel 1990 che inizia la sistematica ricerca sugli equilibri formali della poesia grazie alla quale è stato possibile rendere pubblico il presente volume nel quale l'autore ha riportato tracce del proprio percorso artistico ed umano. Nel corso della propria esperienza Enrico Napoli ha intrapreso numerosi viaggi in Europa e si è interessato per diversi anni di filosofia orientale ed arti marziali.
Nel mese di Giugno 2006 ha ottenuto la cattedra di "Metodologie tecniche della scrittura creativa" con l'Associazione Amici della L.a.b.a. di Brescia.
Nel 2008 ha tenuto diverse conferenze ed incontri pubblici iniziati nei mesi di Febbraio e Marzo grazie a un ciclo di sei appuntamenti a teatro dal titolo "Conoscere i maestri" durante i quali l'autore ha evidenziato alcuni aspetti del Rinascimento.
Questo volume raccoglie una scelta di versi che Enrico Napoli ha composto nel corso di almeno diciassette anni di pratica scrittoria. Si tratta della prima pubblicazione, ma questo non deve trarre in inganno il lettore: non si tratta di versi acerbi, quanto piuttosto di opere raffinate...
Ci sono uomini che scrivono poesie. Poesie di viaggi e d'amore. Niente di meno e niente di più...
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Prefazione di
Nicola Pasqualicchio
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Nicola Nicolis
VERSI
1988-1989
L'uomo fruga ogni giorno tra i rifiuti se mai vi sia una perla che lo aspetti.
pp. 115 - 6,00 EURO
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Nicola Nicolis è nato a San Martino Buon Albergo (VR) alle ore 8.20 a.m. del 18 aprile 1949. Quando aveva quattro anni, la famiglia decise di trasferirsi a Verona e lui dovette, obtorto collo, seguirla; da allora sta lì e non si è praticamente più mosso.
Ha compiuto studi classici, giungendo a un pelo dal laurearsi in filosofia.
Non ha fatto il militare in quanto abbastanza orbo da convincere la patria a fare a meno di lui. È un reduce (non pentito, ma solo molto dispiaciuto) del '68 e di quel che ne è seguito. Nel '73, superando inopinatamente un regolare concorso, è stato assunto da una banca, da cui per tanti anni ha ricevuto di che vivere. Disordinatamente legge di tutto, dai classici alla fantascienza.
Da quando ha scoperto il personal computer, ha disimparato a scrivere a mano; in compenso ha imparato un sacco di solitari. Scrive poesie e disegna fin dalla seconda media, quando fu rimandato in disegno e una malaccorta insegnante di italiano pensò bene di fargli comporre i primi versi.
Gli piace far canzoni e bere vino, ama la buona cucina, porta barba e capelli lunghi perché non sopporta i barbieri ed è troppo pigro per radersi ogni mattina.
È convinto che le religioni organizzate siano la peggior disgrazia capitata in sorte all'umanità.
Non possiede televisione né telefonino.
Parla correntemente l'italiano e il dialetto veronese.
Da molto tempo Nicola Nicolis va componendo, come un patrimonio creativo più intimo e riservato rispetto alla dimensione pubblica della sua attività di cantautore, un diario in versi che, anno dopo anno, registra in forma poetica riflessioni, dubbi, indignazioni di uno spirito che rimane tuttoggi giovanilmente inquieto e salutarmente allergico a verità preconfezionate...
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